Uomo “di” e “per” la Chiesa

27 Agosto 2021Omelie di Kolvenbach

Durante questo Anno Ignaziano, pubblichiamo una serie di omelie che il P. Generale Kolvenbach ha tenuto nei giorni della festa di S. Ignazio. In questa prima omelia, P. Kolvenbach parla di Sant’Ignazio come uomo di e per la Chiesa.

Chiesa del Gesù, Roma, 31 luglio 1986

La liturgia di questa sera in onore di Sant’Ignazio ci ricorda che il Signore ha suscitato Ignazio nella Chiesa e per la Chiesa: Ignazio, uomo di Chiesa e per la Chiesa. Il suo amore per il Signore crocifisso e risorto trovava la sua espressione nel suo amore per la Chiesa. Anche se erano bene evidenti agli occhi di Ignazio tutte le debolezze e tutte le incrinature della Chiesa del suo tempo, tuttavia nulla poteva separare Ignazio dall’amore che il Cristo manifesta per la sua Chiesa, l’amore di uno sposo per la sua sposa come l’esprime San Paolo. Come potrebbe essere autentico un amore per Cristo che non includesse l’amore di Cristo per la sua Chiesa? Tutto nell’esempio di Ignazio, uomo di Chiesa, condanna un atteggiamento del tipo «il Cristo, sì; la Chiesa, no». E perché sia chiaro che egli non parla di una Chiesa di sogno o di una Chiesa ideale, ma della Chiesa nella sua realtà concreta di uomini forti e deboli, di santi e di peccatori, Ignazio esprime la sua devozione amorosa per la Chiesa per mezzo della sua «romanità», sottolineando più marcatamente che il mistero dell’incarnazione del Figlio, l’opera della salvezza del Padre continua sotto lo Spirito nella Chiesa visibile di Pietro.

La fede di Ignazio è indissolubilmente una fede che proclama l’umanità del Verbo di Dio e una fede che afferma la dimensione divina della sua Chiesa peccatrice. E al centro di questa realtà divino-umana che è la Chiesa si trova per sempre il mistero di Pietro di cui il vangelo rivela che è un uomo peccatore il quale è chiamato a confermare i suoi fratelli, che è un uomo molto umano e debole che viene chiamato ad essere la pietra della Chiesa. Con tutta la contingenza della sua storia Roma è l’espressione e il segno privilegiato del mistero della Chiesa incarnata.

Ignazio ha sofferto da parte di uomini di Chiesa e dell’inquisizione ed era convinto, alle soglie della controriforma, della necessità della conversione di tante istituzioni ecclesiastiche del suo tempo; tuttavia nella sua fede e nel suo amore del Cristo egli accoglie la sua Chiesa come il Verbo di Dio l’ha voluta. Una Chiesa umana, non già tale perché per forza di cose è inevitabilmente composta di uomini e di uomini peccatori, ma perché il suo Sposo la ama così, l’ha voluta così, trasfigurando le nostre realtà umane in una via verso il Regno che la Chiesa comincia già oggi. È il senso dell’espressione cara al Santo Padre quando, fin dall’inizio del suo pontificato, presenta l’uomo concreto come una strada, un cammino per la Chiesa.

Nell’ultimo periodo della sua vita, non più instancabile pellegrino ma ormai stabilmente «romano», Ignazio si dedica alla stesura delle Costituzioni della Compagnia di Gesù. L’amore alla Chiesa di Ignazio, uomo di Chiesa, si è approfondito. È sempre un apostolo ardito e intraprendente, ma anche pacato e luminoso. Non più soltanto la ricchezza paolina di metafore militari degli Esercizi; non più soltanto «militare», «conquistare», «lottare sotto la bandiera di Cristo» per la Chiesa, regno di luce, contro le tenebre. Ignazio parla adesso di lavorare nell’ampia vigna del Signore per aiutare le anime, servirle, edificarle. Ignazio ha piantato, Ignazio ha irrigato il campo di Dio che è la sua Chiesa, ma è Dio Padre, il vignaiolo, che fa crescere la santa vigna di Cristo nostro Signore. Per suscitare questo amore paziente alla Chiesa di un operaio della vigna tanto ampia di Cristo, Ignazio ce la presenta spesso come Madre, «la santa Madre Chiesa». La Chiesa è detta nostra madre, perché è la vera sposa di Cristo. Soltanto nella misura con cui ciascuno ama la Chiesa di Dio come Madre, ha lo Spirito del Signore. Perciò sentire con la Chiesa significa non solamente conoscere e apprezzare la Chiesa perché difende oggi nel mondo i diritti dell’uomo, la pace e la giustizia, la vita e l’amore. Per Ignazio sentire con la Chiesa significa crescere sempre nell’amore alla santa Madre Chiesa, intravedere nel suo volto terrestre e umano il mistero divino che esso contiene e che di Cristo stesso si attrae l’amore.

Sullo sfondo delle sue regole per sentire con la Chiesa c’è la convinzione di Ignazio, uomo di Chiesa, che mettere in questione la visibilità concreta della Chiesa e di Pietro nel cuore di questa Chiesa, è in sostanza mettere in questione il mistero dell’incarnazione, il mistero del Verbo che abita in mezzo a noi. In questo senso insieme di fede e di amore, Ignazio osa domandare in questa Eucaristia da noi più di una semplice simpatia per la Chiesa, più di una cordiale relazione di servizio al Vicario di Cristo in terra; osa domandare il dono eucaristico di tutta la persona all’opera della salvezza che Dio continua tra noi nella visibilità della Chiesa, nella visibilità di Pietro e dei suoi successori, di tutto il popolo di Dio.

Mi auguro che Sant’Ignazio ci illumini, affinché sappiamo attuare oggi con sempre maggiore slancio e creatività la sua missione di sentire con la Chiesa, una vocazione che questa sera, con Ignazio uomo di Chiesa, chiediamo sia sempre più dal fondo della nostra persona quel «Sume et suscipe», espressione dell’amore appassionato del nostro santo padre Ignazio a Cristo e alla Chiesa sua sposa.

 

Scopra le altre omelie quì.

Written byÉcrit parEscrito porScritto da Peter Hans Kolvenbach SJ
Peter Hans Kolvenbach SJ (30 novembre 1928 - 26 novembre 2016), gesuita olandese e ventinovesimo superiore generale della Compagnia di Gesù.

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