Per l’Anno Ignaziano, la Santa Sede ha concesso l’indulgenza plenaria. Benoît Malvaux spiega cosa significa oggi.
In occasione del giubileo del 500° anniversario della conversione di Sant’Ignazio e del 400° anniversario della sua canonizzazione, la Santa Sede, in risposta ad una richiesta del Padre Generale, ha concesso l’indulgenza plenaria ai fedeli che visiteranno le chiese e gli oratori della Compagnia di Gesù durante l’anno giubilare. Questa notizia susciterà senza dubbio perplessità, o anche una certa inquietudine, tra molti compagni e amici della Compagnia. Di cosa si tratta esattamente? Siamo tornati all’epoca della costruzione della Basilica di San Pietro, finanziata in parte da un traffico di indulgenze che provocò la legittima indignazione di Lutero?
Oggi, la Chiesa non vuole certamente più monetizzare le indulgenze, ma non ha per questo rinunciato alla sua dottrina sull’argomento. San Paolo VI le ha dedicato una Costituzione Apostolica nel 1967, ed è oggetto di sviluppi sia nel Codice di Diritto Canonico che nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Vale quindi la pena di approfondire la questione. Come intende oggi la Chiesa le indulgenze? In che modo ci riguarda la concessione dell’indulgenza plenaria per l’Anno Ignaziano?
Il Catechismo della Chiesa Cattolica è particolarmente illuminante a questo proposito. Nel n. 1471, definisce l’indulgenza come la remissione davanti a Dio della pena temporale per i peccati per i quali è già stato dato il perdono. Il n. 1472 esplicita questa definizione, partendo dalla doppia conseguenza del peccato. Se il peccato è grave, toglie la comunione con Dio. Il perdono ricevuto nel sacramento della riconciliazione permette di recuperare tale comunione. Tuttavia, il peccato manifesta anche un attaccamento malsano a certe realtà, che il perdono sacramentale non rimuove automaticamente. Per liberarsi da questo attaccamento, è necessario sottoporsi a un processo di purificazione. Alla fine, questa purificazione si realizzerà pienamente nell’aldilà; essa corrisponde a quello che chiamiamo purgatorio. Ma può iniziare anche qui sulla terra, se il peccatore che è già stato perdonato fa passi concreti per liberarsi da questo attaccamento. In questo cammino può essere sostenuto dalle preghiere degli altri, nell’ambito della comunione dei santi, così come può pregare per altri che stanno percorrendo lo stesso cammino.
L’indulgenza in questione può essere vista come una proposta fatta dalla Chiesa, in un momento simbolicamente importante, per aiutare le persone ad avanzare in questo cammino di purificazione. La Chiesa si è abituata ad offrire tale indulgenza durante gli Anni Santi, che hanno luogo in linea di massima ogni 25 anni. Ma può anche offrirla in altre occasioni, come nel caso dell’anno giubilare ignaziano. Durante questo tempo privilegiato, i cristiani sono invitati a fare un passo particolare che esprima il loro desiderio di avanzare su questo cammino di liberazione dagli attaccamenti malsani. Si tratta di recarsi in un dato luogo (nel caso dell’anno giubilare ignaziano, in una chiesa o in un oratorio della Compagnia di Gesù) per sperimentare il sacramento della riconciliazione, per ricevere la comunione durante l’eucaristia e per pregare per le intenzioni del Papa. Per coloro che sono malati o incapaci di muoversi, è possibile vivere lo stesso processo rimanendo in casa, pregando, per esempio, davanti a un’immagine di Sant’Ignazio. Lo spirito con cui vivere questo processo sarà quello di offrire al Signore il desiderio di liberarsi ulteriormente dagli attaccamenti malsani che impediscono di vivere pienamente i valori del Vangelo, affidandosi all’intercessione dei vivi e dei morti, nella comunione dei santi.
Un tale passo è naturalmente lasciato alla libertà di ogni individuo. Coloro che sono a disagio con questa comprensione delle conseguenze del peccato, o che considerano questa figura superata, possono legittimamente astenersi dall’usarla. Tuttavia, l’anno giubilare ignaziano può anche essere un’opportunità per coloro che lo desiderano di prendere coscienza del fatto che il perdono ricevuto nel sacramento della riconciliazione, regolarmente o occasionalmente, non è sufficiente a rimuovere tutti gli attaccamenti malsani, e che un processo più specifico di purificazione, attingendo alla comunione dei santi, può aiutare ad avanzare in questa direzione. Sta a ciascuno vedere cosa lo aiuterà a progredire sul cammino della santità.