Sant’Ignazio, Compagno di Gesù

15 Luglio 2021Omelie di Kolvenbach

Durante questo Anno Ignaziano, pubblichiamo una serie di omelie che il P. Generale Kolvenbach ha tenuto nei giorni della festa di S. Ignazio. In questa prima omelia, P. Kolvenbach parla di Sant’Ignazio come compagno di Gesù.

Roma, Chiesa del Gesù, 31.07.2003

Celebrando di nuovo oggi la festa di sant’Ignazio ci rendiamo conto che è difficile caratterizzarlo in due o tre parole. Senza dubbio è un uomo di Dio, certamente è un uomo di chiesa, ma c’è qualcosa nella fede di sant’Ignazio che ha spinto alcuni a chiamarlo un santo del mondo. Ciò vuol dire che Ignazio, pur desiderando di essere solo con il suo Signore solo non fugge in un eremitaggio, ma cerca e trova Dio nostro Padre, con suo Figlio, il Signore Gesù, che sa per esperienza ciò che c’è nell’uomo e nel suo mondo. La sua familiarità con Dio rimane così intensa che gli basta qualche istante per essere profondamente unito con il suo Creatore e Signore, con il suo Maestro e il suo amico.

Tuttavia la sua vita è di un’attività straboccante e sconcertante: i barboni di Roma lo preoccupano quanto la fede degli imperatori e dei re; cerca faticosamente denaro per far vivere le case romane e fonda centinaia di collegi, così essenziali per salvare la fede in Europa e in Asia; invia compagni un po’ ovunque nel mondo e li segue con la corrispondenza e i suoi consigli. Questa contemplazione mistica e questa intensa attività attingono la loro forza nel desiderio di Ignazio di vivere in tutto con il Cristo. Quando il Signore stesso ha scelto i dodici (Mc 3, 14), era per inviarli a predicare, ma prima di tutto, dice il Signore, per essere con lui. Ignazio prende questo accompagnamento alla lettera e nel senso più realista.

Prima di tutto condividendo con il Signore la propria causa, la propria missione, che è, secondo le parole d’Ignazio, “il puro servizio del Padre” (Ex 135), accettando di essere con Gesù nella pena e nella croce, come nella gioia e nella gloria. Pellegrino con Gesù, il primo pellegrino, Ignazio mette al primo posto di tutto ciò che fa e vuole fare la missione di Gesù, da continuare con Gesù, oggi e qui, tra gli uomini e le donne del nostro tempo. Ma vivere con Gesù come compagno, è più ancora, è scegliere ciò che Gesù ha scelto come condizioni di vita, come metodi di lavoro. La missione evangelizzatrice di Gesù non è un’iniziativa pubblicitaria o una campagna di beneficenza. È con Gesù, in tutta povertà e debolezza, proporre la buona notizia con un amore disinteressato e attendere dall’altro la sua risposta di fede, data in tutta libertà. Ignazio ama parlare di conquistare il mondo per il suo Signore, ma egli sapeva che questo Signore per rispetto per la libertà di ogni uomo, invece di imporre il suo messaggio, ha voluto come un mendicante proporre alla fede e all’amore dell’altro la più grande ricchezza dell’uomo: l’amore di suo Padre.

Chiedendo di essere messo con il Figlio –la preghiera esaudita a La Storta –Ignazio sapeva che avrebbe sofferto con il Figlio sotto le pressioni sociali del nostro mondo, sotto l’apparente disfatta della Chiesa, sotto la persecuzione del Principe di questo mondo, che troppo spesso sembra avere l’ultima parola in ogni progresso e in ogni ambizione umana. Ma fuggire la fragilità del popolo di Dio, fuggire le umiliazioni che dobbiamo subire come cristiani, non è fuggire lo stesso Cristo? Ignazio consacra la metà degli Esercizi Spirituali per introdurci nella condivisione pasquale della sua passione, perché noi tutti siamo chiamati a essere con il Crocifisso, con il Risorto, a vivere questa esperienza molto personale con Lui, per raggiungere la nostra più grande gioia -di cui parliamo tanto poco –d’essere sempre con il Signore. Ricevendo il Corpo e il Sangue del Signore preghiamo con Ignazio che nulla ci separi da questo privilegio di vivere con il Signore. Per dirlo con le parole stesse di Ignazio: Tutto il mio desiderio è di non desiderare nient’altro che il Cristo e il Cristo crucifisso perché, crocifissi in questa vita, in questo mondo, saliamo risorti verso l’altro mondo (Lettera 92).

 

Scopra le altre omelie quì.

Written byÉcrit parEscrito porScritto da Peter Hans Kolvenbach SJ
Peter Hans Kolvenbach SJ (30 novembre 1928 - 26 novembre 2016), gesuita olandese e ventinovesimo superiore generale della Compagnia di Gesù.

More articlesPlus d’articlesMás artículosAltri articoli

Chiusura dell’Anno Ignaziano nella Basilica di Loyola

Chiusura dell’Anno Ignaziano nella Basilica di Loyola

Una collaborazione di InfoSJ - La Compagnia di Gesù in Spagna Il Padre Arturo Sosa, Superiore Generale dei gesuiti, domenica 31 luglio, ha chiuso l’Anno Ignaziano, con il quale la Compagnia di Gesù ha commemorato il 500° anniversario della conversione di Ignazio di...

Pin It on Pinterest