Durante questo Anno Ignaziano, pubblichiamo una serie di omelie che il P. Generale Kolvenbach ha tenuto nei giorni della festa di S. Ignazio. In questa prima omelia, P. Kolvenbach parla dell’importanza del servizio per S. Ignazio.
Chiesa del Gesù, Roma, 31 luglio 1989
Desidero ringraziare voi tutti di essere venuti questa sera nella Chiesa del Gesù per celebrare nell’Eucaristia la festa di Sant’Ignazio. È sempre delicato e spesso ingiusto voler riassumere in poche parole tutta la spiritualità di un santo. Tuttavia Sant’Ignazio stesso ha mostrato una netta preferenza per alcune parole che esprimono di più il fondo del suo cuore. L’espressione più diffusa è quella di «ad maiorem Dei gloriam» (a maggior gloria di Dio). Essa dice allo stesso tempo la sua adorazione amorosa di un Dio il cui cuore sarà sempre più grande del nostro cuore, e la sua piena disponibilità a seguire il Signore ovunque egli va nella sua passione per la gloria del Padre. Per concretizzare nella vita di tutti i giorni questo desiderio di essere messo accanto al Figlio per prendere parte alla sua opera della nostra salvezza, Sant’Ignazio predilige la parola «servire». Sotto le più diverse forme Ignazio dice e ridice che noi dobbiamo «servire molto Dio nostro Signore per puro amore» (Es. Spir., 370) e che tutta la nostra esistenza non ha altro significato che quello di «amare e servire in tutto Dio nostro Signore» (Es. Spir., 363).
Servire resta per noi una parola nobile e un ideale di vita, ma se servire significa «essere servo», o più radicalmente ancora «essere schiavo», l’uomo preso dalla passione per la libertà non esita a servirsi degli altri, pur ribellandosi a ogni servitù e schiavitù. Soltanto contemplando il Cristo, venuto in mezzo a noi non per essere servito ma per servire, Ignazio ha colto la pienezza divina e il senso umano del «servire». «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo», di schiavo (Fil 2,5-7). Il vedere che il più grande serve a tavola, servo di noi, suoi servi, trasforma il compagno di Gesù in una persona «spinta dal desiderio di servire» (Cost. 540). Parlando negli Esercizi Spirituali della sua esperienza personale, Ignazio comprende bene che colui che è menzognero fin dal principio non desiste dal convincerci che ogni servizio del Tutt’Altro e di tutti gli altri in suo nome è indegno dell’uomo che si rispetta, è contro i diritti dell’uomo, che si sa moderno ed emancipato. La nostra gioia di servire sarà sempre minacciata dalle tentazioni che il Signore stesso ha voluto conoscere. Ignazio non esita a ripeterci che «il maggiore servizio» (Es. Spir., 183) esige una conversione, un rovesciamento radicale delle prospettive: servire è regnare, la libertà cristiana consiste nell’offrire tutta la propria libertà perché la sua «divina maestà possa servirsi di noi», interamente (Es. Spir., 5), Alla corte dei grandi di questo mondo Ignazio ha conosciuto molto bene quelli che non servono che a fior di labbra, interessatamente, servendo di fatto se stessi. Per questo motivo Sant’Ignazio non concepisce il servizio al di fuori di un amore personale tra il Signore e l’uomo creato per amore, salvato per un più grande amore. Il servizio è la risposta del nostro cuore a Dio che ci ha amati per primo. Ignazio si rifiuta di farci un elenco dei servizi che noi dobbiamo rendere o di dettarci un programma di cose da fare in servizio. Dobbiamo servire Dio in tutte le cose, il che significa una grande diversità di possibili vocazioni e missioni al servizio del Signore e la disponibilità amorosa, da parte nostra, di lasciare al Padrone della vigna la scelta, tra tutte le cose, di come Egli – e non io – desidera sia concretamente questo servizio. In ogni modo è il desiderio di servire che decide il servizio laicale, religioso o sacerdotale come anche il più piccolo dettaglio della nostra vita (cfr. Es. Spir., 155). Così il maggiore servizio di Dio è allo stesso tempo lo Spirito, il soffio della nostra vita e l’incarnazione di questo Spirito ad immagine del Signore Gesù nelle forme concrete di servizio – ogni cosa – alla maggior gloria di Dio.
Che, ricevendo il corpo e il sangue del Signore, l’intercessione di Sant’Ignazio ci ottenga di rispondere generosamente, gratuitamente e gioiosamente all’invito del Signore a servirlo e ad amarlo sempre più in tutte le cose alla maggior gloria di Dio Padre nel loro Spirito d’amore.
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