Metanoia: un atteggiamento… e una statua

18 Marzo 2022Articolo

L’artista belga Johan Tahon aveva già presentato la sua scultura intitolata Metanoia al Padre Generale Arturo Sosa e a Papa Francesco. Rappresenta Sant’Ignazio nel suo processo di conversione, in particolare durante la trasformazione interiore che il cavaliere, ferito alle gambe, subirà durante la sua convalescenza.

Questo è stato proprio all’inizio dell’Anno Ignaziano nel maggio 2021. Il programma dell’anno giubilare a Roma prevede la presentazione pubblica di quest’opera in vari luoghi legati ai gesuiti visitati da pellegrini e turisti. Prima nelle “camerette”, cioè le stanze di Sant’Ignazio, da settembre a dicembre 2021, poi a Sant’Andrea al Quirinale, a gennaio e febbraio 2022, e ora, per la Quaresima 2022, Metanoia – parola greca che evoca l’atteggiamento di conversione, il volgersi del cuore – viene presentata nella chiesa di Sant’Ignazio, nel cuore di Roma.

L’apertura della mostra in questa chiesa ha avuto luogo il 6 marzo, la prima domenica di Quaresima. La chiesa ha creato uno spazio che si adatta perfettamente alla statua, con il suo ambiente artistico e l’illuminazione, e l’evento organizzato dal Rettore Vincenzo D’Adamo ha incluso quattro interventi e si è concluso con un concerto d’organo del Maestro Filippo Manci. che ha eseguito opere di Bach, Brahms e Mendelssohn, mettendo in dialogo l’arte della scultura e quella della musica.

Pascal Calu, uno scolastico gesuita responsabile dell’animazione a livello globale dell’Anno Ignaziano presso l’Ufficio Comunicazione della Curia Generalizia, ha parlato per primo. Ha sottolineato l’importanza dei sogni nella vita spirituale; essi ci permettono di andare avanti verso progetti più grandi di quanto possiamo immaginare. Anche nella debolezza, come risultato delle ferite, la consapevolezza della nostra vulnerabilità apre uno spazio per la conversione. Questa fu l’esperienza di Ignazio; è ben espressa nella statua di Johan Tahon.

 

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Maria Cristina Misiti, che ha lavorato a lungo al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ha parlato del rapporto tra “conservazione e innovazione” nell’arte. Ha parlato dell’interesse dell’incursione della creazione artistica contemporanea nel culto e negli spazi sacri. Ha sottolineato come la chiesa di Sant’Ignazio, offrendo ospitalità all’opera intitolata Metanoia, sia stata trasformata in un grandioso schermo che permette l’armonia tra passato e presente.

È stato poi il turno di Claudio Strinati, professore, storico e musicologo, che ha fatto il collegamento tra la scultura in mostra quel giorno e Ignazio di Loyola. Si è concentrato sulla parola “ignis”, fuoco, che ha trovato nel nome “Ignazio” di Loyola. Secondo lui, la religione e l’arte sono state insieme una fonte di ispirazione per la tradizione gesuita. L’arte ha una dimensione “subliminale” che lascia passare lo spirito. Il fuoco è anche una fonte di luce, la luce porta illuminazione – non solo esterna ma anche interna – e rivela la natura dello spirito. Metanoia ispira il professor Strinati a passare dal guerriero ferito al combattente impegnato per la fede. Ciò che può sembrare finito, limitato, lascia il posto a una nuova prospettiva; si apre un passaggio; la fragilità trova forza nell’opera scultorea.

A causa di un problema di salute, Johan Tahon non ha potuto essere presente nella chiesa di Sant’Ignazio quel giorno. Sua moglie, che lo accompagna da 20 anni nel suo percorso artistico, ha parlato dell’importanza di questo lavoro per suo marito. Ha ricordato che fu dopo un pellegrinaggio a Loyola e dopo essere stato segnato dalla difficile esperienza che Ignazio dovette attraversare, che Johan Tahon creò quest’opera, che identificò poi con Sant’Ignazio. È stato poi particolarmente toccato dall’apertura e dall’interesse di Papa Francesco per la sua interpretazione dell’esperienza ignaziana come scultore, quando ha avuto l’opportunità di offrigli la sua opera.

Se sei a Roma o sarai a Roma da qui a metà maggio, assicurati di vedere Metanoia nella chiesa di Sant’Ignazio. L’opera sarà poi esposta, fino alla fine dell’Anno Ignaziano il 31 luglio, nella Chiesa del Gesù a Roma.

Written byÉcrit parEscrito porScritto da Ignatian Year Team
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